Torino-Lione: Cittadini contro Governi arroganti

Riportiamo dal sito www.PresidioEuropa.net una nota che fa il punto sulla situazione dei finanziamenti europei al progetto della linea TAV Torino-Lione e sui forti ritardi nella sua realizzazione nascosti ai cittadini contribuenti.


Il Progetto è in difficoltà. Le cittadine e i cittadini responsabili, che da decenni si oppongono alla realizzazione della Torino-Lione, denunciano l’ostinazione dei Governi italiano e francese che da oltre trent’anni promuovono questo crimine climatico.

Spreco di Fondi pubblici
Dopo 22 anni dal primo Accordo Italia-Francia del 2001 (il progetto Torino-Lione si farà alla saturazione della linea esistente, che è sempre meno utilizzata) sono già stati sperperati due miliardi di fondi pubblici solo per l’esecuzione di studi e lavori geognostici. Il finanziamento europeo a fondo perso del 2015 (detto Grant Agreement) offriva un contributo al progetto di € 813,78 milioni per realizzare entro la fine del 2019 studi e lavori pari a € 1,91 miliardi, secondo un cronoprogramma proposto da TELT. Per scarso utilizzo di tali risorse, a causa di continui e ingiustificati ritardi di TELT, la Commissione accettò di prorogare la scadenza del finanziamento una prima volta al 2022 e una seconda volta al 2023. Secondo nostre stime anche con questo anno aggiuntivo TELT non riuscirà ad esaurire i fondi a sua disposizione dal 2015 per attività che avrebbe dovuto eseguire in quattro anni.

Un principio europeo disatteso dalla Commissione europea
Di fronte a tali ritardi la Commissione europea non avrebbe dovuto prorogare nel 2020 la scadenza del finanziamento ma ridurlo per la quota di lavori non eseguiti nei tempi pattuiti, secondo la clausola contrattuale che fa riferimento al principio europeo Use it or Lose it.
Ricordiamo che questo ritardo nell’esecuzione dei lavori era già stato preceduto nel 2013 da un caso analogo, ma in quell’occasione la Commissione europea, sollecitata dal Parlamento europeo, aveva adottato una corretta decisione nell’applicare tale principio riducendo il finanziamento di € 276,5 milioni di euro.

Perché questi continui ritardi di TELT?
Come si spiegano i continui ritardi di TELT nell’esecuzione del calendario dei lavori della Torino-Lione che essa stessa ha negoziato con la Commissione? Due potrebbero essere le risposte.
La prima potrebbe risiedere nella constatazione (parole della Commissione europea scritte in occasione del primo ritardo) che “il progetto registra un notevole ritardo dovuto a difficoltà amministrative e tecniche continue” che provocherebbero “difficoltà di Francia e Italia ad aderire al calendario concordato”. TELT nella sua comunicazione di impresa parla invece solo di successi, di capacità realizzativa del promotore pubblico e di solidità del planning.
La seconda risposta, se possibile più allarmante, è la disinvolta negoziazione del promotore TELT che sollecita e ottiene importanti finanziamenti dalla Commissione europea per eseguire una quantità di opere superiore a quella che la realtà le permette entro la data di scadenza del Grant Agreement.
L’impegno europeo che garantisce flussi finanziari sovradimensionati a TELT annulla ogni rischio di impresa, evita ai suoi dirigenti lo “stress” nella conduzione dei lavori e scoraggia i governi a fermare il progetto dato che le parti hanno già sottoscritto il Grant Agreement con la Commissione.
Il ritardo dei lavori salirà a quattro anni a fine 2023 e rappresenterà lo scarto tra la data di consegna promessa dal promotore TELT nel 2015 ai decisori politici italiani, francesi ed europei e quella che è realmente in grado di garantire.

La Francia rinuncia a chiedere i fondi europei, forse anche l’Italia
L’Unione europea ha approvato per il periodo 2021-2027 finanziamenti per centinaia di progetti infrastrutturali attraverso il CEF, strumento che permette agli Stati Membri di accedere ai fondi europei per i trasporti.
Ma – è ufficiale – il 18 gennaio 2023 la Francia non ha richiesto, come i promotori del progetti si aspettavano, la domanda di finanziamenti europei per la Lyon-Turin così rinunciando a ricevere nuovi fondi UE per le tratte ferroviarie di accesso al tunnel e per la parte comune franco-italiana del progetto.
Se è ufficiale per la Francia, è probabile che anche l’Italia non abbia firmato il 18 gennaio sorso la stessa domanda di finanziamento a fondo perso. Non disponiamo della conferma del Ministero competente (MIMS) e di TELT, normalmente molto vivaci nella comunicazione solo quando le cose vanno nel senso da loro auspicato.
Ormai il progetto Torino-Lione potrà forse ricevere nuovi fondi europei solo a partire dal 2025 se Francia e Italia risponderanno al prossimo appello nel gennaio del 2024 (terza tranche del CEF) che dispone di una dotazione di soli € 1,62 miliardi: molti saranno i progetti da servire a livello europeo, le attese per la Torino-Lione potrebbero essere facilmente deluse.

Il Rapporto del COI tenuto segreto
Il COI, il Consiglio che orienta il Ministero della Transizione Ecologica francese nella scelta delle infrastrutture di trasporto da realizzare, ha redatto il Rapporto 2023 che suggerisce le decisioni per il futuro del progetto Lyon Turin, ma non lo ha ancora consegnato al Governo francese.
Abbiamo potuto leggere tale Rapporto e siamo così in grado di anticipare le Raccomandazioni che il COI ha formulato al Governo francese che possono riaprire il dibattito intorno al Progetto Lyon-Turin:

  1. Occorre rifare la valutazione socio-ambientale e le analisi dei traffici:

Il COI suggerisce di rivedere l’impatto ambientale del progetto: “La valutazione ambientale stabilita nel 2011 per la Dichiarazione di Utilità Pubblica sulle due fasi degli accessi francesi e sull’intero progetto deve essere ripresa e aggiornata sulla base dello scenario mantenuto in vigore.”
Il COI ha notato che “alcuni progetti stanno procedendo sulla base di studi obsoleti o di indagini pubbliche molto vecchie (in genere di dieci o vent’anni fa). Analizzarli da una prospettiva attuale solleva molti interrogativi: in molti casi, sarebbe opportuno esaminare un riorientamento della loro progettazione, ma naturalmente il COI, non avendo elementi tangibili al riguardo né la competenza per confermare le sue affermazioni, è cauto nelle sue formulazioni”.

  1. È necessario un nuovo preventivo dei costi:

Il fatto che nel 2022, per un progetto delle dimensioni del tunnel di base Lione-Torino, si disponga di una stima di completamento redatta solo nel 2018, prima dell’aggiudicazione dei principali appalti e prima della crisi di Covid, è un’anomalia che il COI deplora profondamente. Per progetti di dimensioni e complessità simili, ad esempio, la Société du Grand Paris è ora in grado di produrre nuove stime ogni sei mesi, informazioni essenziali per i co-finanziatori.”

  1. Occorre dare priorità alla modernizzazione della linea Dijon-Ambérieu-Modane:

Gli studi hanno dimostrato che la rete esistente, dopo l’ammodernamento della linea Digione-Saint Jean de Maurienne (Modane) consentirebbe il trasporto di 16,8 milioni di tonnellate di merci all’anno, pari al 67% dell’obiettivo di 25 milioni di tonnellate all’anno del tunnel di base Lione-Torino entro il 2035-2040”.

  1. Gli studi e i lavori relativi alle linee di accesso dovranno essere rinviati al 2042 mentre la data di fine lavori al 2042:

Gli studi sulle nuove linee di accesso e sui tunnel della Lione-Torino verrebbero posticipati al quinquennio 2028-2032, mentre i lavori necessari verrebbero intrapresi nel periodo 2038-2042.

I fondi per i lavori definitivi di scavo del tunnel disponibili forse dal 2030
Mentre il COI a marzo 2022 aveva indicato nel 2033 la data di fine lavori per il tunnel di base, sulla base delle quattro raccomandazioni sopra indicate questa data sarebbe rinviata ad una data non ipotizzabile oggi.
Nel Rapporto COI 2023 è scritto: “Si rileva che la stima per il completamento del progetto del tunnel di base Lione-Torino in termini finanziari e di scadenze non è stata aggiornata dal 2018 e chiede che ciò avvenga al più presto affinché i cofinanziatori possano tenerne conto. Per le sue proiezioni, il COI ha fatto un’ipotesi conservativa che dovrà essere corretta non appena le stime saranno note”.
La realtà è che Italia e Francia non potranno richiedere nuovi fondi all’Europa prima che sia valutato il nuovo vero costo del tunnel fortemente cresciuto a causa dell’inflazione.
Senza la disponibilità dei fondi europei i lavori “definitivi” della Torino-Lione non possono essere avviati dato che, secondo l’Accordo Italia-Francia di Roma del 2012, i lavori delle varie fasi della Parte comune del progetto potranno essere avviati solo con la dimostrazione da parte di Italia e di Francia della messa a disposizione di tutti i fondi.
Nell’Analisi dettagliata dei fondi CEF 2021-2027 pubblicata sul sito www.PresidioEuropa.net si può constatare come sia probabile che i lavori per lo scavo del tunnel della Torino-Lione dovranno attendere i finanziamenti prevedibilmente contenuti nel Bilancio pluriennale della UE 2028-2034 e forse in quello successivo del 2035-2041.
Questa è la situazione a seguito dei ritardi nell’esecuzione dei lavori di questo contestabile progetto. In conclusione, non tutti i ritardi vengono per nuocere ma possono offrire ai Governi la scelta di abbandonare questo crimine climatico che i cittadini responsabili chiedono da oltre 30 anni.
L’articolo completo, integrato da numerosa documentazione e dai link al Rapporto COI 2023 – Investire di più e meglio nella mobilità per realizzare una transizione di successo è scaricabile a questo link: http://www.presidioeuropa.net/blog/?p=26637

Commenti chiusi