Una proposta provocatoria, ma non troppo…

In merito al recentissimo dibattito sulle alternative al tunnel di base, Pro Natura Piemonte ricorda che in Valle di Susa esiste già un tunnel grande, vuoto e recentissimo, che è quello della seconda canna del tunnel autostradale del Frejus di cui si prevede l’apertura in aprile per far transitare in Valle di Susa un milione di TIR.

Piuttosto che scavarne qualsiasi altro, basterebbe metterci un binario per avere una linea ferroviaria Torino Lione ad ampia sagoma senza dover bucare ulteriormente le montagne.

Pro Natura Piemonte ribadisce che la linea esistente è perfettamente compatibile per il traffico prevedibile con ogni metodologia di calcolo e che i vincoli di sagoma che si possono individuare nel tunnel ferroviario internazionale attuale sono dovuti solo a lavori imperfetti e difformi realizzati da parte francese.

Questi vincoli scomparirebbero se ogni tunnel fosse esercìto con un solo binario.

L’utilizzo della seconda canna autostradale per il traffico ferroviario sarebbe la migliore e più sicura risposta per il contenimento del traffico su gomma e, realizzando gli opportuni collegamenti trasversali, farebbe venir meno anche l’esigenza di un tunnel di sicurezza sia per l’infrastruttura ferroviaria che per quella autostradale.

Le quote sono compatibili: infatti il tunnel di cui si parla, era stato inizialmente progettato per servire da sicurezza sia al traforo autostradale che al parallelo traforo ferroviario; fu poi spostato di qualche centinaio di metri a seguito di una decisione che meriterebbe una indagine della Corte dei Conti.

Viene però ribadito che linea ferroviaria attuale, il cui secondo binario è stato completato solo nel 1984, deve restare sostanzialmente quella che è, perché un cambio di pendenza tra Susa ed Oulx comporterebbe la realizzazione di una linea ferroviaria tutta nuova con imponenti lavori a mezza costa a partire da Chiusa San Michele fino ad Oulx, con conseguente devastazione dei versanti paesaggisticamente bellissimi e con numerosi punti di instabilità geologica.

Mario Cavargna, presidente Pro Natura Piemonte

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