TAV – Nessuna penale se si rinuncia alla Torino-Lione

Lo stato maggiore di TELT, la società che dovrebbe gestire la costruzione della Torino Lione, continua a bombardare il pubblico italiano con notizie non vere.

Non è vero che l’Italia, cancellando il progetto, dovrebbe pagare delle penali, perché tutti i lavori eseguiti od appaltati sino ad ora sono stati classificati come “studi e progetti”, quindi non impegnativi. Ed infatti, dal luglio 2017, quando è stata la Francia, attraverso la ministra dei trasporti ed il presidente Macron ad opzionare il proprio ritiro, TELT non ha osato obiettare; al contrario di quanto sta facendo ora in Italia.

In ogni caso il Grant Agreement, attualmente in vigore, firmato il 25 settembre 2015 tra Unione Europea, Italia e Francia, ha stabilito nelle “condizioni generali” che ognuna delle parti in causa può recedere in tutto o parzialmente per motivi di “forza maggiore” ed all’articolo 16 che “nessuna delle parti in causa ha diritto a chiedere compensi a causa della rescissione dell’accordo di un’altra parte in causa”.

Non è vero che l’Unione Europea nei due contributi settennali abbia erogato 1.500 milioni, perché il primo è stato utilizzato solo per un terzo ed altrettanto si può prevedere per il secondo contributo che scadrà nel 2019.

Non è vero che l’Unione Europea abbia messo a disposizione 3,4 miliardi perché non esiste alcun documento comunitario che lo affermi, tant’è che tutte le delibere del CIPE relative al finanziamento della parte italiana della Torino-Lione non hanno preso in conto tale contributo.

Non è vero che il contributo dell’Unione Europea che non venisse dato alla Torino Lione, a seguito della rinuncia al progetto, verrebbe perduto dall’Italia: infatti nel meccanismo di parziale ritorno dei soldi che il nostro Paese versa alla Unione Europea, si renderebbe disponibile l’equivalente per altri settori, come le aree disagiate a basso livello di industrializzazione o la ricerca e l’innovazione.

Infine, l’arco alpino occidentale non è paragonabile ad un muro, come ha dichiarato Brinkhorst, già Coordinatore per il Corridoio e ora componente del Consiglio di Amministrazione di TELT. Infatti è già l’area montuosa a più alta intensità di tunnel stradali, autostradali e ferroviari di tutta l’Europa: dal valico di Ventimiglia, al traforo del Tenda, al tunnel ferroviario e al tunnel stradale del Frejus sino ai tunnel del Monte Bianco e del Gran San Bernardo.

Mario Cavargna, presidente Pro Natura Piemonte

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