Tunnel geognostico: la smentita di TELT non smentisce

In merito alla risposta dell’Ufficio Stampa di Telt a Pro Natura Piemonte sui risultati del cunicolo esplorativo di Chiomonte, Telt replica che non ci sono ritardi e non si sono persi contributi. Ma dovrebbe ricordare che a fine dicembre 2013 Virano, Foietta e Rettighieri fecero una conferenza stampa che fu riportata dai giornali locali. Nell’articolo del 2 gennaio 2014 c’è una frase addirittura virgolettata “Verso la fine del 2015 sarà concluso lo scavo del tunnel della Maddalena”, poi ripetuta in altre occasioni.
I No Tav non ci hanno mai creduto, ma questo conferma che se è stato terminato, pur con una lunghezza ridotta di 500 metri, a febbraio 2017 ci sono almeno 14 mesi di ritardo come diciamo noi. La data del 31 dicembre 2015 era quella in cui scadeva la proroga di due anni dei lavori ammissibili per il programma settennale 2007-2013. Quelli sono andati persi; se poi sono riusciti a recuperarli successivamente, a scapito di altri lavori da fare, è una altra cosa. Vorremmo fare un appello a che si evitino queste dichiarazioni in conflitto con se stesse, che non favoriscono la credibilità della società e neppure il lavoro dei cronisti che fanno il loro mestiere
Sulla seconda questione della rinuncia a scavare gli ultimi 500 metri, quello che fa fede è la domanda presentata da Telt al Ministero delle Infrastrutture datata 15 dicembre 2016: in essa Telt semplicemente “chiede di terminare lo scavo del cunicolo appena superata la lunghezza di 7 km avendo raggiunto gli obiettivi posti” che nelle 32 pagine della domanda sono solo “conoscere le condizioni di scavo”. Nella replica della scorsa settimana Telt dice di aver deciso di “rimodulare la attività del cantiere per evitare false spese” dato che “lo scavo del pozzo di ventilazione di Clarea era l’unica ragione per terminare i 500 metri”. Questo particolare non compare nella domanda al Ministero ed è una novità per tutti. Il cunicolo esplorativo dovrebbe servire a conoscere anche le rocce visto che del massiccio dell’Ambin il livello di conoscenza è bassissimo ed infatti il cunicolo esplorativo di Venaus era previsto di 10 Km. Ora Telt, in affiancamento al progetto di tunnel ha realizzato solo 3 km.
Sulla terza questione dello sforamento della spesa Telt sostiene che i 30 milioni in più sono stati dovuti alle spese per la sicurezza. Dal momento che queste spese sono quasi totalmente a carico del Ministero dell’Interno, vuol dire che qualcuno è stato pagato due volte e varrebbe la pena di controllare per bene.
Infine sulla risposta alla nostra domanda che chiedeva cosa c’era nei 500 metri del “cunicolo esplorativo” che dovevano essere scavati e non lo sono stati, l’Ufficio usa il termine di “monolito dell’Ambin” che indica una incompetenza geologica abissale per chi dovrebbe scavare una doppia galleria di base di 57 km. Vorremmo chiarire che il massiccio dell’Ambin non è un “monolito” come gli idoli dell’ isola di Pasqua, ma è una formazione rocciosa e che tra le sue caratteristiche ha quella di contenere minerali di uranio.

Mario Cavargna, Pro Natura Piemonte

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