Murazzi del Po

Mentre sta per giungere in Consiglio Comunale il nuovo Piano Integrato d’Ambito relativo ai Murazzi del Po, vicenda intricata che si trascina ormai da molti anni, senza trascurare le puntuali osservazioni al documento presentato, desideriamo evidenziare alcune questioni di principio e di metodo che devono a nostro parere ispirare il nuovo provvedimento in discussione:

1)   In primo luogo stiamo parlando di un bene pubblico come il fiume e le sue sponde, che coinvolgono nella loro tutela diverse competenze tra cui demanio fluviale, demanio idrico, disciplina delle acque pubbliche, e beni monumentali e paesaggistici sottoposti a pubblica tutela ministeriale e norme ambientali.

2)     In base a ciò chiediamo che tale bene pubblico non venga “privatizzato” privilegiando interessi unicamente legati ad attività commerciali. Pertanto, accanto ad attività di ristorazione, somministrazione, intrattenimento, deve essere garantita la destinazione di un congruo numero di arcate ad attività di carattere culturale, sportivo e ambientale, in ore diurne, per mantenere una molteplicità di funzioni e sottrarre l’area all’esclusiva fruizione della “Movida” notturna.

3)    Storicamente l’ambito si è caratterizzato per il suo rapporto col fiume, e tale rapporto va mantenuto e potenziato, favorendo attività sportive e nautiche legate all’ambiente fluviale, giacchè le banchine dei Murazzi hanno sempre ospitato gare sportive, premiazioni, manifestazioni remiere. Le banchine non possono quindi essere occluse e privatizzate, e devono garantire l’accesso al fiume e dal fiume per barche da diporto e da competizione.

4)  Abbiamo quindi molti dubbi sul fatto che pedane sulle banchine ed eventuali strutture galleggianti (che restringono l’alveo del fiume) possano essere autorizzate mediante un Permesso di Costruire, che ne sancisce di fatto la permanenza, mentre le autorizzazioni dovrebbero essere transitorie e legate a specifiche funzioni o occasioni. Occorre evitare in ogni forma una larvata “urbanizzazione” del fiume.

5) Riteniamo comunque che vadano garantite la “monumentalità” del complesso e la sua valenza paesaggistica, e che quindi il nuovo Piano vada prioritariamente condiviso con la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici prima di essere approvato. Tra gli elementi da tutelare nello specifico vanno individuate le scalinate di discesa al fiume e le “esedre” che le fronteggiano, da non occludere con arredi impropri.

6) L’assegnazione delle Arcate di proprietà comunale dovrà avvenire tramite procedure di evidenza pubblica che stabiliscano in modo chiaro le loro diverse funzioni, a partire da quelle rivolte alle attività sportive legate al fiume, inibendo anche le diffuse pratiche di “sub-concessione” che sfuggono sovente ai controlli con la proliferazione di chioschetti. Su tutti questi aspetti dovrà essere garantita la massima trasparenza.

7) Per il mantenimento di regole che garantiscano anche gli stessi esercenti, e in primo luogo i residenti, occorre istituire un presidio fisso della Polizia Municipale e norme vincolanti per la gestione differenziata della raccolta rifiuti, contro i danni derivanti dall’inquinamento acustico e dalla sosta selvaggia nelle ore notturne, coinvolgendo anche le altre forze dell’ordine.

8)    Ci auguriamo quindi che il nuovo Piano d’Ambito consenta finalmente di ripartire con nuovi metodi e contenuti per regolare il pubblico utilizzo di un’area così importante strettamente legata al centro storico, impegnando soggetti pubblici e privati nella gestione del nuovo Regolamento.

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