Pubblichiamo di seguito il testo di una lettera inviata da Pro Natura Torino a consiglieri e assessori di Regione Piemonte e Comune di Torino
9 novembre 2022
Ci riferiamo al dibattito relativo alla eventuale ricollocazione dell’Ospedale Maria Vittoria, che in questi giorni richiama l’attenzione dei cittadini a seguito delle notizie fornite dagli organi d’informazione.
In primo luogo il Consiglio Direttivo di Pro Natura Torino esprime sorpresa per il metodo seguito, per cui una scelta così importante per quanto riguarda il futuro delle strutture sanitarie e ospedaliere sia stata comunicata pubblicamente senza un atto deliberativo della Giunta e soprattutto del Consiglio Comunale, date le rilevanti conseguenze che avrà sul piano urbanistico per tutta la zona che si colloca sull’asse di corso Regina Margherita verso Ovest.
Ci pare si sia trattato di una presa di posizione unilaterale, presentata alla Regione dal Sindaco, e che dovrà essere inserita dalla Regione nel piano più ampio dell’edilizia sanitaria, da finanziarsi con risorse del PNRR (costo previsto 185 milioni di euro). Tale scelta contraddice quanto già sostenuto in Consiglio Regionale dai consiglieri Mauro Salizzoni e Daniele Valle, che ancora nel maggio 2022 proponevano l’area Thyssen Krupp per tale collocazione.
In secondo luogo dissentiamo, ancora una volta, che per un nuovo insediamento di tal fatta si proponga un’area verde, indicata come tale dal vigente Piano Regolatore Generale, anche se attualmente utilizzata in modo improprio, che costituisce comunque un importante tassello del vasto parco della Pellerina.
Si tratta inoltre di una zona potenzialmente esondabile, nei pressi dell’asta fluviale della Dora Riparia, che necessiterà di interventi di messa in sicurezza qualora si volesse procedere.
In terzo luogo non se ne comprendono le motivazioni, in quanto, a nostro giudizio, l’attuale Maria Vittoria potrebbe comunque essere ristrutturato con criteri più moderni e con la ricollocazione di alcune funzioni nell’area dell’ospedale Amedeo di Savoia, la cui importanza è stata in questi ultimi anni riconosciuta per il ruolo in campo epidemiologico, ma che in parte notevole potrebbe anche ospitare nuove funzioni e servizi “di zona”, data la sua prossimità con l’ospedale Maria Vittoria, compresa una “casa di comunità”.
Infine, in quarto luogo, non si comprende perché l’attuale Amministrazione non voglia cogliere l’occasione di compiere una scelta importante per affrontare il nodo insoluto del futuro dell’area Thyssen Krupp, affrontandolo nel suo complesso per risolvere i problemi della bonifica dell’area industriale dismessa, che peraltro si suddivide in due porzioni ben distinte dal punto di vista della proprietà: l’area di Fintecna, ora passata a Cassa Depositi e Prestiti, con 154.000 metri quadrati di superficie fondiaria e 90.000 metri quadrati di superficie coperta e l’area Thyssen Krupp, che riteniamo importante, pari a 117.000 metri quadrati.
La prima area è stata già più volte messa in vendita inutilmente da Gabetti nel 2010; poi venne costituita una società mista tra Cassa Depositi e Prestiti e GEFIM, con la denominazione “Bonafous”, nella speranza che andasse avanti una proposta di Variante Urbanistica proposta dall’allora Assessore Lo Russo nel 2013, poi decaduta; in seguito venne messa in vendita da Cassa Depositi e Prestiti tramite una società intermediaria nel 2020, senza ottenere il risultato voluto. All’epoca veniva indicato un costo di bonifica di 10 milioni di euro.
Concludendo: occorre certo un progetto complessivo per tutte queste aree, ma intanto essendo Cassa Depositi e Prestiti una società che fa capo al Ministero dello Sviluppo Economico (ora con altra denominazione), Regione e Comune potrebbero proporre di realizzare il nuovo ospedale sull’area Fintecna, di “proprietà pubblica”.
Inoltre tutte le due aree potrebbero essere proposte per la bonifica (o messa in sicurezza) come Sito di Interesse Regionale, o meglio ancora Nazionale, attingendo a linee di finanziamento specifiche. Per il nuovo Maria Vittoria i lavori (da finanziare con il PNRR) vengono ipotizzati in 5 anni. Collocandolo nell’area Fintecna i tempi forse si allungherebbero per gli interventi di bonifica, ma comunque sarebbe l’occasione per realizzare un ricupero necessario.