E’ iniziata in Consiglio Regionale la discussione del Disegno di Legge 153, che riscrive la Legge Urbanistica Regionale del 5 dicembre 1977, n. 56, Tutela ed uso del Suolo, comunemente nota come "Legge Astengo". Sembra che l’intendimento della Giunta Regionale sia quello di concludere l’iter del provvedimento entro la prima settimana di agosto, mentre le molte proposte di emendamento già depositate richiederebbero certo maggior approfondimento in Consiglio Regionale, oltre a quanto già discusso nella competente Commissione.
Riteniamo necessario da parte nostra, in quanto Associazioni di tutela Ambientale, sottolineare diversi aspetti critici, che ci auguriamo possano ancora essere rivisti in forma correttiva e migliorativa: se da un lato sappiamo che era utile un aggiornamento della Legge 56, anche per adeguarla ai nuovi strumenti e indirizzi della legislazione nazionale (Testo Unico sull’Edilizia, Testo Unico sull’Ambiente, Codice dei Beni Culturali e Paesaggistici etc.), e alle normative europee soprattutto in materia di VAS, siamo decisamente contrari ad una riscrittura della legge che vada nel senso della progressiva "deregulation" delle procedure urbanistiche, sovente in nome della "semplificazione".
In particolare riteniamo che le modifiche all’art. 17, relativamente alle Varianti Parziali, offrano ancora più spazio allo slittamento progressivo della pianificazione urbanistica comunale, dando di fatto ancora maggiore libertà ai Comuni grandi e piccoli di approvare e/o modificare i Piani regolatori senza procedere a valutazioni approfondite dell’interesse pubblico, a strumenti partecipativi di coinvolgimento del territorio, e puntuali verifiche serie del fabbisogno di servizi, del consumo di suolo, dell’incremento dei carichi insediativi, e a indispensabili revisioni periodiche dei Piani regolatori comunali.
Siamo decisamente contrari all’articolato relativo alle Varianti Semplificate, che incrementa la deregulation nel nome del principio "ognuno padrone a casa propria".
Siamo decisamente contrari alla "perequazione urbanistica", così come proposta, che incrementa in termini abnormi l’edificazione del territorio ed introduce il gioco del trasferimento dei cosiddetti "diritti edificatori" tra i vari comparti urbani e non trova neppure riscontro nella legislazione nazionale vigente: ma come si fa, tanto più in un periodo come quello che stiamo attraversando, in cui si stanno mettendo in discussione tanti diritti, parlare di “diritti edificatori”?
Siamo contrati alla "monetizzazione" degli oneri di urbanizzazione per i fabbisogni di cassa dei singoli comuni..
Riteniamo necessario che ogni Variante Strutturale sia obbligatoriamente sottoposta a Valutazione Ambientale Strategica, togliendo ogni discrezionalità in materia, e che tutte le altre varianti, come previsto dalla direttiva comunitaria e dalla legge nazionale, siano sempre sottoposte a verifica di VAS.
Riteniamo indispensabile che ogni Variante Strutturale, come ogni altro atto riconducibile agli accordi di pianificazione con soggetti privati, ed i programmi complessi, siano praticati nella massima trasparenza, in particolare attraverso lo strumento della "Inchiesta Pubblica" che viene sovente citata nel modello francese. Paventiamo il rischio che i "programmi complessi" siano demandati alla contrattazione diretta con i soggetti privati sottraendoli al controllo pubblico.
Chiediamo che per tutti gli strumenti di pianificazione sia garantito il massimo di trasparenza, di pubblicità degli atti (che debbono essere consultabili non solo in formato digitale, ma anche in formato cartaceo) di accesso all’informazione e di partecipazione dei cittadini, delle associazioni, delle comunità locali.
Chiediamo inoltre che vengano rigorosamente riaffermati e consolidati nell’apparato normativo le disposizioni relative al contenimento del consumo di suolo libero e di tutela delle risorse non riproducibili, dai suoli agricoli ai beni ambientali, culturali, paesaggistici, e identitari, alla dotazione di servizi (non è accettabile che si preveda la possibilità di realizzare abitazioni in luogo di parchi o scuole, ancorchè abitazioni “popolari”).
Pro Natura Piemonte
Italia Nostra Piemonte e Valle d’Aosta
Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta