In merito al progetto di linea Alta Velocità Torino-Lione nei giorni scorsi è stata diffusa una serie di notizie inesatte.
1. “Il cantiere va avanti 180-200 centimetri al giorno”. Il direttore di LTF, Rettighieri, che lo ha dichiarato, sbaglia i conti: il cantiere è stato aperto il 7 gennaio 2013 ed ha lavorato ininterrottamente: si tratta quindi di 150 giorni (al 6 giugno 2013), secondo la consuetudine di questi lavori. I 120 metri asseriti corrispondono quindi a 85 centimetri al giorno, ma dovrebbero essere metri finiti e cioè completati con il pesante rivestimento definitivo, non solo con le centine di primo rinforzo, come appare chiaramente dalle fotografie. Pertanto l’avanzamento è meno della metà di quanto dichiarato. Non si capisce quale sia “l’anticipo di 6 mesi” che appare nei titoli di alcuni giornali quando il cronoprogramma firmato con l’Unione Europea ai fini del finanziamento prevedeva al 31 gennaio 2010 l’inizio dello scavo della Maddalena e ora, oltre ai tre anni, sono stati accumulati altri sei mesi di ritardo.
2. Il direttore di LTF dichiara che hanno trovato la roccia e ora andranno avanti di tre/quattro metri al giorno: gli suggeriremmo una maggiore precauzione. Non hanno ancora trovato la roccia compatta, ma sono arrivati alla roccia fratturata della base della frana. Comunque il conteggio generale delle discenderie francesi è stato di meno di un metro al giorno e nulla indica che lo possano migliorare.
3. Il trattato del 30 gennaio 2012, di cui si annuncia la ratifica, all’art. 1 specifica “il presente trattato non ha come oggetto di permettere l’avvio di lavori definitivi della parte comune italo-francese”. Questi lavori dipendono da molti fattori, come il problematico contributo dell’Unione Europea e dalla soluzione di molti altri problemi bilaterali. Quindi la ratifica sarà ininfluente sulla decisione finale.
4. Il fatto che ci siano frane che minacciano il cantiere non lo dicono soltanto i tecnici di Pro Natura Piemonte e Legambiente Piemonte, ma i progettisti di LTF, il CIPE e lo studio che ha elaborato il piano di sicurezza del cantiere.
5. Compensazioni. Si dimentica che il problema è convincere gli abitanti interessati. La Valle di Susa ha già ricevuto, in misura ben maggiore, le compensazioni dell’autostrada e delle Olimpiadi dello sci. Le cifre che la SITA ha dichiarato a consuntivo a gennaio 1996 sono state di 117+90 miliardi di lire di pure compensazioni “comunali”, cioè facenti parte delle liste presentate dai Comuni.
Il complesso delle opere di compensazione è stato però di 402 miliardi di lire a valore 1992. Eppure nessun abitante della Valle Susa ha avuto percezione di queste cifre, al massimo qualcuno ricorda quando si era solennemente promesso di dare l’autostrada gratis ai residenti. E’ quindi molto difficile che i cittadini abbiano percezione di somme inferiori, per di più decise dall’alto, così come tutte le altre opere.
6. “La CIG (Commissione Intergovernativa italo-francese) assegnerà l’appalto per lo scavo del primo tratto della galleria di base di 57 km”. Non è vero, è solo una galleria geognostica per provare la funzionalità della “talpa TBM”, che inizialmente era prevista nel tratto che da Modane va nel massiccio dell’Ambin verso Susa, zona che costituisce la vera incognita di tutta l’opera. L’averla spostata nel tratto facile non fa che allontanare l’accertamento della fattibilità dell’opera.
Mario Cavargna, presidente Pro Natura Piemonte