Pubblichiamo di seguito un testo diffuso dall’ATA (Associazione Tutale Ambiente), la federata a Pro Natura Piemonte che opera nei comuni siti nella zona nordovest della area metropolitana torinese, a proposito della definitiva rinuncia da parte del Ministero della Difesa, tramite la Belectric, di costruire un impianto fotovoltaico per una estensione di circa 72 ettari nella Riserva naturale della Vauda. Il risultato costituisce un successo per il movimento ambientalista che si è impegnato per fermare questo attacco a un’area protetta, sostenendo, anche dal punto di vista legale, i ricorsi presentati dalla Provincia di Torino, anch’essa contraria al progetto.
Venerdì 15 maggio a San Carlo Canavese, l’ATA ha partecipato all’incontro con il Ministro della Difesa Roberta Pinotti organizzato dell’on. Francesca Bonomo. Ringraziamo per l’invito e l’attenzione rivolti alla nostra Associazione alla quale, evidentemente, è riconosciuto un ruolo significativo nella vicenda del fotovoltaico nella Vauda. Ci permettiamo tuttavia di osservare che sia l’attenzione, sia il riconoscimento avrebbero potuto essere estesi ad una platea più ampia.
La rinuncia al ricorso da parte della Difesa e il conseguente abbandono definitivo al progetto del fotovoltaico nei prati della Vauda, rappresentano un importante successo per tutta la comunità che si è spesa in difesa di un patrimonio naturalistico unico e delicato, che però ancora oggi rischia di essere perduto a causa dello stato di abbandono in cui versa.
Durante l’incontro, purtroppo, non è stato sottolineato con sufficiente energia che la Vauda è una Riserva Naturale e che come tale, è indispensabile, ed obbligatorio, tutelarla. Si è piuttosto parlato delle possibilità di sfruttamento dell’area con coltivazioni intensive e industriali con progetti che sarebbero in corso. Esprimiamo la nostra preoccupazione soprattutto alla luce del fatto che il Ministero Difesa intende dismettere i terreni demaniali a favore delle amministrazioni locali.
Per ATA questi anni sono stati occasione di studio e divulgazione sulla biodiversità e sulle specificità della Vauda, auspichiamo pertanto che la tutela dell’area protetta diventi l’unico principio informatore di ogni piano futuro.
Altro punto rilevante emerso durante l’incontro è la ricerca di 18 milioni di euro necessari alla bonifica dell’area militare. Non è chiaro di quale bonifica si stia parlando, essendo ormai assodato che la Vauda non è inquinata, se non in aree circoscritte dove è stata riscontrata la presenza di antimonio (si veda il documento ARPA dell’ottobre 2014). L’investimento di cui si è parlato è di ingenti proporzioni e, proprio per questo, riteniamo che sia opportuno illustrarlo alle comunità locali.