Pro Natura Piemonte ritiene necessario intervenire per puntualizzare le dichiarazioni dell’Assessore ai Trasporti della Regione Piemonte, Marco Gabusi, in merito alla gara di affidamento delle nicchie di interscambio nella galleria geognostica della Maddalena di Chiomonte.
Infatti, fra l’altro, il comunicato dell’Assessore dice:
L’affidamento dei lavori della galleria di servizio a Chiomonte segna concretamente il punto di non ritorno della Torino Lione. L’opera ora è davvero irreversibile, come avevamo detto al Presidente della Regione Auvergne-Rhône-Alpes, Laurent Wauquiez, nell’incontro di settembre che sanciva la comune volontà di realizzazione della linea.
Questa assegnazione rappresenta non solo la ripresa dei lavori e il preludio alla gara per la realizzazione del tunnel di base, ma è anche una boccata di ossigeno per il territorio, che attende da tempo le ricadute lavorative e di sviluppo locale collegate a quello che sarà il più grande cantiere degli ultimi decenni…
L’assessore mostra di non sapere che ufficialmente i francesi hanno dichiarato che solo nel 2038 decideranno se costruire la parte di loro spettanza della Torino-Lione. Inoltre dimostra di non conoscere i problemi e il cantiere, in quanto la galleria di servizio è esattamente quello che dice il nome: non è il tunnel di base, ma serve per accedervi dopo che la galleria geognostica della Maddalena di Chiomonte, costruita a questo scopo, sarà riempita di rocce contenenti amianto.
La galleria di Chiomonte esistente servirà solo per i 400 metri di tragitto in rocce amiantifere già accertato. Per tutto quello che viene dopo le preoccupazioni restano quelle di sempre. Che il presidente della Regione Rhone Alpes parli di scelte irreversibili non è una grande notizia, anche la Regione Piemonte lo fa almeno da 15 anni, dai tempi del cantiere di Venaus: è evidente che non bastano i proclami, occorrono procedure e risorse economiche. Il presidente della Rhone Alpes dovrebbe dire se è irreversibile anche la scelta del Governo francese di non stanziare finanziamenti e di decidere se fare le linee di collegamento solo dopo il 2038.
Pregheremmo l’assessore di non definire i lavori del tunnel una “boccata d’ossigeno” perchè è una frase insultante per un territorio che proprio da questi lavori avrà gravi ricadute sanitarie per la qualità dell’aria.
Invece di mitizzare il lavoro di pochi operai (che comunque possono essere ben impiegati in centinaia di altri lavori senza nuocere alla salute ed alla economia della Valle di Susa e dell’area metropolitana ovest), e di operai locali che sono una esigua minoranza, l’assessore dovrebbe preoccuparsi delle drammatiche ricadute economiche di un territorio votato al turismo che, a causa del cantiere di Salbertrand proprio alla porta delle Valli Olimpiche, e di quelli che verranno, vede cancellati decenni di promozione turistica della Valle a vantaggio di altre località sciistiche straniere.
Il tempo che l’assessore definisce perduto è tempo che non esisteva, perchè TELT ha preparato nulla; come al solito veleggia con anni di ritardi e tutt’ora non ha in mano gli espropri per le aree su cui dovrebbero essere collocati i cantieri per consentire gli scavi e realizzare il tunnel.
Ma per il tunnel non esiste, per ora, un progetto approvato per le vie di accesso e quindi, allo stato attuale, servirà solo a foraggiare un sistema economico parassitario che divora le risorse dello Stato ed i sacrifici delle famiglie e delle imprese italiane, a cui con le tasse vengono sottratti i soldi che vengono poi gettati nelle Grandi Opere Inutili.
Mario Cavargna, presidente Pro Natura Piemonte