Torino-Lione: leggiamo bene la delibera CIPE per la variante del tunnel di base

La delibera del CIPE del 20 marzo scorso, relativa alla variante di progetto del tunnel di base della Torino Lione, deve essere letta e valutata con attenzione evitando falsi trionfalismi.

1) Il contributo dell’Unione Europea è scomparso: già nella delibera pubblicata ad agosto 2015 il CIPE aveva evidenziato che non si doveva tenere conto di questo contributo; ora il conteggio del CIPE lo ribadisce nuovamente e questo significa che tutta la retorica che si appoggiava a quell’aiuto determinante del 40%, compresa la presentazione del progetto di legge in Parlamento a dicembre 2016 per l’avvio dei lavori, è stato solo un’illusione.

2) Nella stessa delibera del CIPE l’aumento dai 2.560 milioni di euro che erano stati messi a disposizione con la precedente delibera dell’8 agosto 2015 (a fronte di “una quota italiana a valore corrente, al tasso dell’ 1,5 %, calcolata in 1.823 milioni) ai 5.574 milioni di euro attuali, significa solo che almeno 3 miliardi di euro saranno regalati alla Francia per il contributo del 58% sull’80% dei lavori che sono in territorio francese, di cui l’ Italia si è fatta carico.

Chi creda che con il raddoppio dei costi a carico dell’Italia si siano messi a posto tutti i conti non deve illudersi: il preventivo globale del tunnel di base, fissato a 8,6 miliardi, è stato “edulcorato” omettendo i costi delle prescrizioni, quelli legati al rinvenimento di amianto ed uranio, quelli degli impianti e dei costi finanziari, anche dimezzando per decreto il tasso di rivalutazione dei costi e “dimenticando” che esiste il pesantissimo costo della tratta nazionale italiana da Torino a Susa con i suoi oltre 50 chilometri complessivi di doppie gallerie.

Nel 2007 l’economista di trasporti Marco Ponti calcolava in 17 miliardi di euro il costo totale a carico dell’Italia per la Torino Lione: noi l’abbiamo attualizzato a 20 miliardi, ipotizzando un raddoppio a 40 miliardi prima della conclusione. La delibera del CIPE del 20 marzo ci dice che il primo dei raddoppi è già avvenuto.

La delibera sulla Torino Lione è stata fatta di fretta. Due giorni prima della sua approvazione le notizie di stampa riportavano ancora le lamentele politiche di chi segnalava la sua assenza: qualcuno l’ha inserita all’ultimo momento per sottrarre la decisione ai prossimi parlamentari.

I tempi della Valutazione di Impatto Ambientale dopo la ricezione del parere della Giunta Regionale, sono stati rapidissimi: questa ha ridotto del 70% il numero delle prescrizioni rispetto al precedente progetto, nonostante che ora siano previsti depositi di materiali e lavorazioni in un sito come quello di Salbertrand. Esso è centrale nell’Alta Valle, si trova a ridosso dell’abitato ed è in quello che è stato definito in Conferenza dei Servizi “il sito più pericoloso della Regione Piemonte dal punto di vista idrogeologico”. Ma soprattutto la delibera del CIPE ha stabilito un principio nuovo, devastante dal punto di vista ambientale e della sicurezza: se è dichiarata una durata temporale di 12 anni per i lavori, anche senza la minima garanzia, questo basta a superare qualsiasi vincolo esistente.

A questa confusione cercata e voluta di dati e di informazioni, Pro Natura Piemonte ha deciso di reagire attualizzando e riscrivendo integralmente, alla luce dei fatti più recenti, le “150 ragioni contro la Torino Lione” che da oggi sono accessibili all’indirizzo: http://torino.pro-natura.it/150-ragioni-contro-tav/.

Mario Cavargna, presidente Pro Natura Piemonte

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