TAV – Esposto sull’operato del commissario straordinario del governo per la Torino-Lione

E’ in corso di deposito presso la Procura della Repubblica di Roma, l’esposto sull’operato del Commissario straordinario del Governo per la Torino-Lione, presentato dal Movimento 5 Stelle, Pro Natura Piemonte e dal Gruppo Consiliare “Buongiorno Condove".

L’obiettivo (vincolato e vincolante) del Governo, ratificato dal Parlamento italiano nel 2002, è quello che la tempistica della realizzazione della nuova linea Torino-Lione preveda la sua entrata in funzione al momento della saturazione delle opere esistenti.

Di conseguenza si evince che non vi è nessun riferimento puntuale alla data di entrata in funzione ma essa è vincolata dall’evoluzione dello scenario economico/trasportistico.

La L. 400 del 23/8/88 stabilisce che compito del Commissario di Governo è quello di realizzare specifici obiettivi determinati in relazione a programmi o indirizzi deliberati dal Parlamento o dal Consiglio dei Ministri, siccome il programma del Governo è quello fissato dall’accordo italo francese del 2001 ratificato dal parlamento nel 2002 ovvero per la tratta comune italo francese “la cui entrata in esercizio dovrà avere luogo alla data di saturazione delle opere esistenti è lapalissiano che il Commissario di Governo deve determinare con la massima correttezza, in base ai migliori dati esistenti, la data di saturazione ed in conseguenza il timing della realizzazione delle opere. E’ sempre lapalissiano che qualsiasi modello previsionale deve continuamente essere verificato in base ai dati macroeconomici e trasportistici che possono modificare la validità delle previsioni stesse e di conseguenza il timing della realizzazione delle opere.

Il Commissario di governo non può e non deve fornire dati o indicazioni tali da indirizzare le scelte dei decisori politici in senso contrario ai loro obiettivi e con danno economico per la nazione.

Il modello previsionale utilizzato dal Commissario e pubblicato dall’Osservatorio nel 2007 sul Quaderno n. 2 era basato su dati di trasporto del 2004 (143,9 mln/tonn arco alpino B) e prevedeva nel 2012 che il traffico totale dell’arco alpino B fosse di circa 190 mln/tonn; a consuntivo in realtà il traffico totale dell’arco alpino B è di circa 141 mln/tonn, ovvero non solo il traffico nel 2012 è oltre il 30% inferiore a quanto previsto ma addirittura è diminuito rispetto al dato iniziale del 2004. Tale tendenza è ancor più evidente sulla linea attuale del Frejus dove i volumi di traffico sono il costante discesa e sono nel 2012 meno della metà dei volumi di inizio anni ‘80, mentre per i trafori alpini autostradali del Frejus e del Monte Bianco il volume di traffico merci è calato di oltre il 22% dal 2004.

Riteniamo che il Commissario non abbia ottemperato al suo mandato non fornendo i dati aggiornati relativi al crollo del traffico merci ma, cosa ancor più grave, non ha provveduto a riformulare la previsione della data di saturazione della linea attuale in modo che il decisore politico potesse attuare le corrette scelte in base all’obiettivo sancito dall’accordo istitutivo del progetto Torino-Lione. Inoltre gli ultimi dati ufficialmente forniti dal Commissario relativamente all’interscambio Italia/Francia sono dati economici fuorvianti rispetto al progetto (trasporto merci) in quanto essi si riferiscono al valore monetario dell’interscambio che come noto comprende ad esempio i costi dell’acquisto/vendita di energia ed altri valori immateriali che nulla hanno a che fare col trasporto merci.

Il Commissario potrebbe altresì aver indotto il decisore politico a scelte errate in quanto, in più occasioni, ha affermato che la rinuncia al progetto, ancorché in questa fase di studi e progettazione, avrebbe comportato per il nostro Paese un costo dovuto a penali di almeno 1,6 miliardi di euro; tali affermazioni sono del tutto errate in quanto né negli accordi italo francesi del 29/1/2001 e del 30/1/2012, né nella Decisione di finanziamento della UE del 5/12/2008 si fa accenno a fantomatiche penali, ma anzi si prevede chiaramente la possibilità di recedere in qualsiasi momento dall’attuale fase di studi e progettazione senza alcun onere.

Il cosiddetto Progetto Low Cost elaborato dal Commissario è un altro esempio dell’indurre il decisore politico in scelte errate in quanto, in realtà, aggrava i costi per il nostro Paese mettendo ad intero carico dello Stato italiano la tratta tra Susa e Chiusa San Michele che invece originariamente apparteneva alla tratta comune italo-francese i cui costi erano divisi tra Italia, Francia ed UE.

In ultimo il Commissario ha reiterato affermazioni sulla irreversibilità dell’opera che sono assolutamente fuorvianti per il decisore politico in quanto l’attuale fase di studio e progettazione ha proprio lo scopo d valutare la fattibilità dell’opera, come confermato dall’art. 1 del trattato italo-francese del 30/1/2012.

 

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