Fase 2 – Interventi di ripristino, sistemazione e manutenzione iniziale dei percorsi

Tra i percorsi classificati “principali”, per quanto attiene l’agibilità, esiste una notevole varietà di situazioni, vuoi per la diversità di tipologia (strade asfaltate a basso traffico, strade “bianche”, carrarecce, sentieri), vuoi per le caratteristiche in base alle quali i percorsi sono stati così classificati.
Mentre non esistono in linea di massima problemi di agibilità pedonale per le strade, possono sussistere alcuni problemi per le carrarecce, soprattutto nei tratti umidi e con ristagno d’acqua; sicuramente sono i sentieri quelli che richiedono i maggiori interventi per la fruibilità continuativa ed in “condizioni di sicurezza”, come si prefigge il presente progetto.
In particolare quei percorsi principali, classificati tali per le loro caratteristiche ambientali, storiche od escursionistiche, ma abbandonati o quasi dall’uso abituale, in quanto non utili a collegamenti tra località abitate e non utilizzati localmente per finalitàagricole o forestali, sono e saranno quelli che richiedono i maggiori interventi.
L’attività svolta a tutt’oggi dalle associazioni aderenti al Coordinamento, per rendere agibili alcuni di questi percorsi ha comportato in alcuni casi il ricorso a mezzi meccanici e comunque un notevole impegno volontario di mano d’opera per la riapertura di sentieri abbandonati e sommersi da tronchi, rami e bassa vegetazione arbustiva, oltre che per la sistemazione di tratti franati o ridotti in canali di scolo dell’acqua piovana (quando non di altri liquidi…).
Nel febbraio 1999 fu proposta dal Coordinamento ed adottata in alcuni Comuni collinari l’iniziativa “Pulisci un sentiero”, che coinvolse complessivamente oltre cento volontari e una quindicina di associazioni, consentendo di fare una buona manutenzione su alcuni percorsi già segnalati e soprattutto di riportare “alla luce” alcuni importanti sentieri nei comuni di Baldissero, Castagneto Po e San Raffaele Cimena. L’iniziativa si è ripetuta in alcuni Comuni anche negli anni seguenti.
Questa esperienza deve essere tenuta nel debito conto nei diversi comuni, quando nella definizione dei percorsi classificati come “principali”, occorre valutare non solo gli interventi di ripristino iniziale, ma anche quelli di manutenzione ordinaria e periodica. Sulla base di tutto ciò è bene sottolineare l’importanza di una attenta classificazione di “percorso principale”, a quei soli percorsi che, o hanno già le condizioni di agibilità, oppure non avendole, hanno effettivamente le caratteristiche per giustificarne il ripristino, la manutenzione e la segnaletica.
In ogni caso nella fase di verifica e di intervento per garantire l’agibilità dei percorsi, deve essere posta particolare cura alle buone condizioni del suolo nelle diverse situazioni meteorologiche (assenza di ristagni, canalini di scolo, piccole passerelle, ecc), all’assenza di ostacoli quali tronchi, rami, sterpaglie, rovi, erbe infestanti, alla ripidità del percorso sia in salita che in discesa (eventuali gradinature con tronchi trasversali), alla sfrondatura laterale periodica; tutti questi interventi devono essere preliminari e continuativi per consentire la “fruibilità in sicurezza” a tutti coloro ai quali sarà rivolto l’invito a percorrere quel percorso, sia con strumenti divulgativi (cartografia, pubblicazioni promozionali, guide, ecc) che con la segnaletica.

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