Presidiare la democrazia – Controsservatorio Val Susa

 

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La vicenda della progettata costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione ha visto, negli ultimi mesi, un’offensiva senza precedenti contro il Movimento No Tav sul piano politico, su quello mediatico e su quello giudiziario. Ai ripetuti appelli alla razionalità e al confronto (unica strada utile per attenuare tensioni che hanno ormai raggiunto e superato il livello di guardia) la politica e le istituzioni hanno reagito in modo astioso, talora con insulti e false ricostruzioni della realtà. Alla protesta di un movimento popolare e democratico profondamente radicato nel territorio e duraturo nel tempo si sono opposte una delega incondizionata agli apparati repressivi, la militarizzazione della valle e la criminalizzazione del Movimento No Tav (a cui vengono disinvoltamente e apoditticamente attribuiti attentati e sabotaggi la cui matrice è tutta da accertare).

Mentre in tutti gli altri Paesi interessati è in corso una riflessione critica sull’utilità e la sostenibilità economica dell’opera (anche da parte di ambienti liberisti), in Italia queste doverose analisi sono state rimosse e sostituite con l’ossessiva ripetizione di luoghi comuni sulla necessità della nuova linea, sui benefici che la stessa determinerà, sul (supposto e inesistente) avanzamento dei lavori in altre realtà territoriali. Alla scelta della politica si è accodata la maggior parte della stampa, disinteressata a ogni approfondimento autonomo, concentrata sui soli aspetti scandalistici, sempre più impegnata nel presentare l’opposizione al Tav in termini di cronaca nera (enfatizzando anche fatti irrilevanti e stendendo, per contro, una cortina di silenzio su aggressioni e danneggiamenti in danno di esponenti o strutture No Tav).

In questo contesto l’intervento giudiziario non si è limitato alla doverosa (e da nessuno contestata) attività di indagine e di equilibrata repressione dei reati ma ha assunto aspetti di diretto coinvolgimento della magistratura nella gestione dell’ordine pubblico (simboleggiata, in ultimo, dalla presenza di due pubblici ministeri nel teatro delle operazioni, in evidente continuum con le forze di polizia il cui operato dovrebbe, anch’esso, essere oggetto di controllo). Si collocano in tale dimensione alcune contestazioni abnormi (che hanno finanche evocato, con effetti dirompenti, i fantasmi del terrorismo), l’uso a piene mani della custodia cautelare, il ricorso alla tecnica dei processi “a mezzo stampa”, i ritardi e la prudenza a fronte di argomentate denunce provenienti dal Movimento No Tav e altro ancora.

È questo insieme di elementi – e non una inesistente (pur se da taluno evocata) sottovalutazione della violenza – che alimenta il conflitto e accresce i rischi di un suo ulteriore aggravamento. La sopraffazione di un territorio e di una popolazione non cessa di essere tale se realizzata richiamando, impropriamente, la legalità, che, al contrario, si fonda sulla giustizia, sull’eguaglianza e sul rispetto dei principi costituzionali fondamentali (a cominciare da quelli di tutela dell’ambiente e della salute e di partecipazione dei cittadini alle scelte che li riguardano).

L’aggravarsi della situazione, le strumentalizzazioni e le falsificazioni, l’inasprimento repressivo richiedono una risposta ferma e urgente. I cittadini devono sapere che cosa sta accadendo in Val Susa e chi ha a cuore la legalità. Di qui la necessità, anche a Torino, di un’opera di controinformazione puntuale e documentata e, in prospettiva, di un controsservatorio permanente sul punto. In quest’ottica intendiamo muoverci promuovendo in tempi brevi, unitamente alle realtà cittadine che condividono la nostra analisi, un dibattito sulle modalità con cui la questione Tav è affrontata dagli organi di informazione, un seminario sui caratteri della repressione giudiziaria in atto e un libro bianco sui principali profili implicati dalla questione Tav.

 

ARCI Torino

ARCI Valle Susa

Attac Torino

Caffé Basaglia

Centro Studi Sereno Regis

Comitato Acqua Pubblica Torino

Comitato Rifiuti Zero Torino

Emergency Torino

Fabio News

FIOM Torino

Laboratorio per la Democrazia Torino

Officine Corsare

Pro Natura Piemonte

Unione Culturale Franco Antonicelli

 

Marco Aime (professore di antropologia culturale, e scrittore)

Alessandra Algostino (professore di diritto costituzionale, Università Torino)

Federico Bellono (segretario provinciale Fiom Torino)

Ezio Bertok (comitato No Tav Torino)

Linda Cottino (giornalista e scrittrice)

don Michele Dosio (comunità via Germanasca Torino)

Ugo Mattei (professore di diritto civile, Università Torino)

Paolo Mattone (comitato No Tav Torino)

Luca Mercalli (climatologo, presidente SMI, saggista e giornalista scientifico)

Guido Montanari (professore di storia dell’architettura, Politecnico Torino)

don Fredo Olivero (Migrantes, Torino)

Valentina Pazé (ricercatrice di filosofia politica, Università Torino)

Livio Pepino (direttore editoriale Edizioni Gruppo Abele)

Marco Revelli (professore di scienza della politica, Università Piemonte orientale)

Beppe Rosso (attore e regista)

Angelo Tartaglia (professore di fisica, Politecnico Torino)

Ugo Zamburru (psichiatra, presidente Arci Torino)

 

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