Migliaia di alberi per ricordare un grande personaggio

Chi era Ugo Campagna

campagna

Ugo Campagna è stato una delle più limpide figure dell’ambientalismo piemontese. Nacque a Torino nel 1911 da famiglia originaria di Giaveno. Si impegnò, dopo aver frequentato il Liceo, alla Società Italiana del Gas. Qui raggiunse posizioni di notevole responsabilità e rimase fino al momento di andare in pensione, nel 1971.
Durante la seconda guerra mondiale militò tra i partigiani, tenendo i contatti fra le formazioni operanti in Val Sangone e il Comando Militare Regionale Piemontese (CMRP) di Torino, e fu il coraggioso protagonista di numerose azioni che gli valsero l’incondizionata stima di tutti coloro che combatterono per la libertà.
Iniziò ad occuparsi di protezione dell’ambiente naturale quando ancora pochi si rendevano conto della gravità del problema: si interessò dell’attività di Pro Natura Torino fin dalla sua fondazione nel 1948 e militò nell’Associazione per più di 25 anni, ricoprendo per lungo tempo la carica di Vice Presidente e, nel biennio 1973-74, quella di Presidente.Il 17 aprile del 1974, al termine di una giornata spesa al servizio dell’Associazione, morì improvvisamente, lasciando un vuoto che non fu mai possibile colmare pienamente.

Un ricordo vivente
Per ricordare degnamente e in modo concreto la figura di Ugo Campagna, Pro Natura Torino decise di procedere ad un’opera di rimboschimento, aprendo una sottoscrizione tra i propri soci.
Si scelse una zona montuosa di circa 80 ettari nel comune di Coazze che, nel dicembre 1974, era stata distrutta da un incendio.
Grazie anche ad un contributo della Regione Piemonte fu possibile ripulire il terreno dai resti dei tronchi incendiati, acquistare circa 80.000 piantine ed avviare i lavori per la preparazione del terreno.

lavori

La vegetazione
L’albero più diffuso nel Bosco Campagna è il larice, unica conifera europea che perde le foglie durante la stagione invernale. Anche d’estate il larice è facilmente riconoscibile presentando gli aghi riuniti in ciuffetti in gruppi di 20-30. Il larice è una specie cosiddetta pioniera, che colonizza cioè terreni poveri (quali quelli recentemente percorsi da incendi) e ricoperti da scarsa vegetazione. Col procedere del tempo e il miglioramento del substrato, il larice viene poi sostituito da specie più esigenti, anche perchè esso necessita di molta luce ed ha quindi notevoli difficoltà a rinnovarsi all’interno di un bosco più o meno fitto.Nel bosco si trovano anche numerosi abeti bianchi, riconoscibili da quelli rossi per le foglie, le quali, sempre inserite singolarmente sui rametti, sono dotate di due strisce argentee che ne solcano la pagina inferiore e per le pigne che, erette a maturità, si desquamano prima di cadere al suolo.
Il frassino non è una specie sociale: si trova cioè in boschi misti con altri alberi. Si riconosce dalla corteccia, grigia e liscia come quella del faggio, e dalle foglie, che sono composte e presentano il margine leggermente seghettato.
La caratteristica principale degli aceri è rappresentata dai loro frutti, che sono riuniti a due a due e presentano una grande ala membranosa che ne facilita la dispersione ad opera del vento. L’acero riccio ha foglie di color verde brillante, lunghe tra gli 8 e i 12 cm e con un lungo picciolo, dotate di cinque lobi appuntiti. Le foglie dell’acero di monte sono un po’ più grandi, di color verde lucente sulla pagina superiore ed opache in quella inferiore: i lobi sono inoltre meno appuntiti rispetto all’acero riccio.
Altri alberi presenti nel Bosco Campagna, sebbene in realtà il loro aspetto sia più simile a quello di cespugli, sono i maggiociondoli, inconfondibili durante la primavera quando sono ricoperti di grappoli di fiori color giallo oro e gli ontani, che amano luoghi freschi e umidi e si riconoscono dalle foglie ovali e scure, dotate di un lungo picciolo.
Presente anche la betulla, caratteristica per la bianca corteccia: è ricresciuta spontaneamente dopo l’incendio.
Meritano infine una citazione alcune specie arboree le quali, sebbene non autoctone, risultano abbastanza diffuse nella zona. Si tratta in primo luogo in primo luogo della robinia, specie introdotta dal continente americano nel XVII secolo e poi diffusasi ovunque, la quercia rossa e il pino nero. Queste ultime due specie, a dire il vero, furono introdotte con il rimboschimento del 1976. Erano tempi in cui la sensibilità ambientale non era ancora diffusa come oggi, per cui certi errori erano consueti.

La fauna
Non sono molte le specie animali che vivono all’interno o nelle immediate vicinanze del Bosco Campagna. Tra gli Ungulati è possibile a volte osservare qualche capriolo, animale timido che raramente abbandona la protezione del bosco e che pare in leggera, ma costante, espansione numerica.
Un’animale che invece è molto diffuso, anche se di abitudini prevalentemente notturne e quindi difficilmente visibile, è il cinghiale.
Molto più facile è osservare le tracce del passaggio del cinghiale: interi compi rivoltati alla ricerca di radici e animali che vivono nel sottosuolo. Per questo motivo il cinghiale non è particolarmente gradito agli agricoltori: c’è però da considerare come gli animali oggi diffusi nelle nostre montagne siano il frutto di recenti ripopolamenti da parte dei cacciatori, desiderosi di incrementare in qualsiasi modo la scarsa consistenza della fauna selvatica che può essere oggetto di caccia.
Altri mammiferi che vivono nella zona del Bosco Campagna sono il riccio, insettivoro ben noto per la sua abitudine di raggomitolarsi quando si sente minacciato da un pericolo, la volpe, utile predatore che non merita certamente la triste fama di cui gode, la donnola ed altri piccoli carnivori appartenenti alla famiglia dei Musteridi (faina, marmotta), il ghiro e lo scoiattolo.
Numerosi gli uccelli che vivono in zona: tra i rapaci ricordiamo la poiana, lo sparviero e il gheppio, quest’ultimo inconfondibile quando assume la posizione cosiddetta “a Spirito Santo”.
Altri uccelli che è possibile osservare con una certa facilità sono una variopinta ghiandaia e la gazza, altro animale che, come le onnipresenti cornacchie, a saputo trarre vantaggio dalle modificazioni che l’uomo ha apportato all’ambiente naturale.
Numerosi infine i piccoli uccelli: dall’allodola alle cincie, dal fringuello al luì, dal comune merlo a diverse specie di picchi.

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Gli itinerari
Grazie all’azione di Pro Natura Torino, che ha continuato ad occuparsi del Bosco Campagna fin dal momento del suo impianto e ai periodici interventi manutentivi curati dal Servizio Economia Montana e Foreste della Regione Piemonte, la zona è oggi percorribile con comodità. Sono stati segnalati sentieri, che consentono di percorrere vari itinerari. Il punto di partenza più favorevole è rappresentato dalla Borgata Valsinera. Da qui parte un sentiero che, dopo circa una mezzora di cammino giunge ad un bivio: il ramo di sinistra porta allo spartiacque con l’adiacente Valle di Susa, nei pressi del Colle Remondetto, mentre il ramo di destra porta nella zona di Pian Aschiero, da dove è possibile proseguire per il Colle Braida, dirigendosi verso la frazione Tortorello di Valgioie, oppure ritornare nella conca del Rio Molere, alcune centinaia di metri più a valle della Borgata Valsinera.

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