La sponda destra del Po al Fioccardo: terra di conquista?

Nel giro di poche settimane sulla sponda destra del Po, a pochi passi dalla recinzione di cantiere che avrebbe dovuto portare alla sistemazione del percorso ciclopedonale tra la scuola del Fioccardo e gli impianti della Sisport, molti cittadini esterrefatti hanno visto sorgere un complesso edilizio di due piani fuori terra (per ora), in corrispondenza dei campi sportivi della ex-Società Geraldina, con accesso dagli interni di corso Moncalieri 346, tra gli ex-vivai Erba e la discoteca Patio. Accanto è stato realizzato un vasto piazzale destinato a parcheggio.

La proposta pervenuta ancora nell’ottobre del 2010 da parte della Società ROGIMI, attuale proprietaria dell’area, fatta propria dalla Giunta Comunale dell’epoca il 19 ottobre 2010, era stata discussa dalla Circoscrizione 8 in una Commissione che aveva visto un forte dissenso da parte dei cittadini e dalla maggioranza dei Consiglieri in merito all’ipotesi di costruire un grosso volume edificato (alto 11 metri, su pilotis) in prossimità della sponda del Po, in area classificata come parco fluviale (P32) dal vigente Piano Regolatore, sottoposta a vincolo paesaggistico, e in fascia B secondo il Piano di Assetto Idrogeologico. Dopo di che noi, come molti altri, ci eravamo illusi che la proposta fosse stata accantonata, per il suo forte contrasto con le normative vigenti ed il suo impatto sul paesaggio fluviale, in una zona già purtroppo compromessa in passato da tanti interventi dubbi e sovente abusivi.

Ora una concessione edilizia, la n. 24/d del 15 luglio 2013, autorizza la Società ROGIMI a costruire spogliatoi e bar in un’area dove non esisteva in precedenza alcun volume edificato, salvo una piccola baracca-spogliatoio di carattere precario. Il tentativo di far passare una vecchia tettoia acquisita dagli ex-Vivai Erba come volume edificato aveva portato ad avviare interventi non autorizzati, fortunatamente poi bloccati e demoliti. Oggi si ripropone la stessa vicenda di allora, e spunta un cospicuo edificio a pochi metri dalla sponda e dal percorso ciclo-pedonale (cantiere ancora non decollato), la cui volumetria non si capisce assolutamente da dove sia stata generata. La proposta presentata nel 2010 prevedeva una SLP di 546 metri, del tutto opinabili, attribuiti in parte a un presunto “fabbricato rurale”, e alla summenzionata baracca, che evidentemente sono stati oggi confermati. I “rendering” presentati all’epoca evidenziavano il grosso impatto visivo del fabbricato ipotizzato, suscitando diffusa costernazione. Le proposte di Convenzionamento del nuovo impianto sportivo con l’Amministrazione Comunale e con la Circoscrizione non erano certo sufficienti a fugare tali dubbi.

Ora, a distanza di quasi tre anni, tutto è ripartito, dopo una delibera del Consiglio Comunale del 18 febbraio 2013, votata senza alcun vero approfondimento, come “Permesso di costruire in deroga” ex-art. 69 del Regolamento Edilizio. Sorgono spontanee alcune domande:

Come è possibile che in un’area destinata a parco fluviale (P32), ove non dovrebbe essere possibile realizzare capacità edificatorie nell’ambito stesso, sorga dal nulla un complesso di tale portata con nuovi volumi edificati?

Dov’è “lo studio di insieme che permette di valutare il corretto inserimento dell’intervento rispetto all’ambiente circostante” previsto dalle Norme del Piano Regolatore (art. 21) per gli interventi nelle aree a parco?

Certo non basta a nostro parere il possibile “convenzionamento” con la Città ad autorizzare interventi edificatori di tale portata, che non riguardano solo l’utilizzo di campi sportivi, ma nuovi cospicui volumi ove prima sussistevano solo alcune piccole strutture precarie di dubbia autorizzabilità, abbattute “per errore”. Dov’è la documentazione fotografica degli edifici “abbattuti per errore”? Con i tanti voli post-alluvione del 2000 dovrebbe essere tutto documentato.

Sono state esperite tutte le procedure autorizzative? E’ stato richiesto il parere della Soprintendenza in un ambito sottoposto (come tutta la parte a Levante del fiume Po) a tutela paesaggistica? Quali orientamenti sono stati espressi? Qual è stato il parere della Commissione Locale per il Paesaggio?

Il Settore Beni Ambientali della Regione è stato coinvolto? Come si è espresso? E l’Ente Parco del Po Torinese ha espresso il suo orientamento?

La Circoscrizione 8 ha dato il suo assenso e in quali forme? Perché non è stata nuovamente convocata una specifica Commissione per illustrare il progetto, dopo che in precedenza la Circoscrizione aveva dato un parere negativo?

Tutti questi interrogativi richiedono qualche risposta, per non consolidare l’immagine di un tratto di sponda fluviale ove “tutto è permesso”, anche dove sussistono progetti importanti già approvati dalla Città, come la sistemazione della sponda destra fino al Pilonetto, che però stentano a decollare anche per via del diffuso abusivismo perpetrato fino a tempi assai recenti.

Emilio Soave, Vicepresidente e referente per l’Urbanistica

 

Scarica-allegato

Lascia un commento