Foietta e gli accordi italo-francesi

L’autorevole affermazione di Foietta: “L’auspicio alla preliminare saturazione del vecchio Frejus stava scritto nel trattato di Torino del 2001 che rappresenta oramai la preistoria” contrasta totalmente con l’enfasi che ha sempre caratterizzato il lavoro dell’Osservatorio stesso sin dalla sua creazione, mirato a dimostrare l’imminente saturazione della linea storica. Basti ricordare che i “Quaderni” numero 1 e 2, sono stati interamente dedicati alla saturazione della linea esistente. Quindi l’Osservatorio avrebbe sempre lavorato per dimostrare un qualcosa che era del tutto inutile, come mai?

Anche la successiva affermazione conferma le nostre tesi ed appare veramente singolare che il Presidente dell’Osservatorio rivendichi con orgoglio il fatto che “L’accordo del 2012, all’articolo 28, abroga le disposizioni in contrasto presenti negli accordi precedenti, dicendo: Le disposizioni del presente Accordo abrogano quelle degli Accordi del 15 gennaio 1996 e del 29 gennaio 2001 nella misura in cui sono ad esse contrariee che quindi non esiste nessun obbligo o prerequisito di saturazione della linea esistente”.
A tal proposito poniamo due domande:
•    La saturazione prevista nell’accordo del 2001 è in contrasto con le disposizioni dell’accordo del 2012? Se sì, allora il Presidente spieghi il perchè!
•    Come è possibile “abrogare” una disposizione a cui non si fa minimamente cenno nell’accordo del 2012 se non è in contrasto con l’accordo stesso?
Questo significa che tutto il progetto è stato sempre presentato, sin dal suo concepimento, come unica alternativa alla imminente saturazione della linea storica ed ora, visto che non è più sostenibile la tesi bufala iniziale che questa è stata semplicemente cancellata e si è passati ad altre fantasiose motivazioni per giustificarlo.

Poiché il Presidente dell’Osservatorio vuol sembrare un esperto in “paleontologia degli accordi italofrancesi” ci domandiamo: se ritiene “preistoria” quanto sancito dall’accordo italo-francese del 2001, come definirebbe  i dati trasportistici – che sono alla base della giustificazione del progetto – che risalgono al 2004 e che non sono mai stati aggiornati a distanza di 12 anni nonostante la crisi economica che ha radicalmente ridisegnato il mondo occidentale?

Concordiamo infine con il Presidente Foietta nel fatto che bisogna saper leggere meglio gli accordi, virtù che egli pare predicare, ma non praticare; infatti proprio l’Accordo Italia-Francia per la realizzazione e l’esercizio di una nuova linea ferroviaria Torino-Lione, del 30 gennaio 2012, da lui citato, dice all’art 1, comma 3°, che “il presente accordo non costituisce uno dei protocolli addizionali previsti dall’art. 4 dell’accordo firmato a Torino tra i governi italiano e francese il 29 gennaio 2001. In particolare non ha come oggetto il permettere l’avvio dei lavori definitivi della parte comune italo francese che richiederà l’approvazione di un protocollo addizionale separato, tenendo conto in particolare della partecipazione definitiva dell’Unione Europea al progetto.”
Dal momento che non esiste alcun Protocollo relativo “alla partecipazione definitiva dell’Unione Europea al progetto” i lavori per la realizzazione della Torino-Lione non possono ancora iniziare e quindi la notizia che “I vertici dei governi di Parigi e di Roma saranno il 21 luglio a Saint Martin la Porte per l’avvio dello scavo del primo tratto del tunnel di base della Torino-Lione”, come conferma un autorevole quotidiano, sta a dimostrare ancora una volta che l’Osservatorio è stato ed è in primo piano nell’opera di disinformazione al solo scopo di creare una “copertura” alla realizzazione della nuova linea Torino-Lione ad Alta Velocità, a scapito di interventi meno onerosi ma più utili alle normali linee ferroviarie.

Mario Cavargna, presidente Pro Natura Piemonte

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